L’importanza della SEO per le immagini
Ottimizzazione SEO dei tag alt immagini
Chi lavora nel Digital Marketing lo sa bene: nella gestione di un sito web, è fondamentale il lavoro di indicizzazione e posizionamento.
Oltre ad avere una buona usabilità, contenuti interessanti e grafica accattivante, è molto importante anche la parte relativa alla SEO, la “Search Engine Optimization”. Si tratta di tutte quelle attività che aumenteranno la probabilità di far apparire il nostro sito nelle prime posizioni dei risultati di ricerca quando gli utenti digitano determinate parole chiave, le cosiddette “keyword”.
Chi come me utilizza WordPress, ha visto che ultimamente, in caso di prima installazione di questo diffusissimo CMS per un nuovo sito, tra i pochi plugin inseriti di default è sempre presente “Yoast SEO”, a testimonianza della crescente importanza dell’ottimizzazione sui motori di ricerca.
Quando si parla di SEO il pensiero va subito all’ottimizzazione dei testi di un sito Internet, dai titoli alle meta descrizioni, passando per i paragrafi e gli articoli di un eventuale blog. Tutto questo nella continua ricerca, e speranza, di capire come funzionano e come si evolvono gli algoritmi dei principali motori di ricerca, Google in primis.
Ma diamo la stessa attenzione anche alle foto e alle immagini del nostro sito Web in ottica SEO?
Cosa sono i tag alt immagini
Cercherò di essere breve e di risparmiarvi inutili tecnicismi. I tag alt immagine, composti dai tag title e dagli alternative text, sono un insieme di poche parole (una stringa di testo inserita lato html) utilizzate per descrivere i contenuti visuali presenti in un sito Web.
Si tratta di uno strumento molto utile quando il browser per qualche motivo non riesce a far visualizzare correttamente un’immagine: in questo caso l’alt title potrà dare un’indicazione di massima sul file immagine che in quel momento il visitatore del sito non può vedere.
Ma la loro importanza non si ferma qui: infatti, anche Google utilizza questi tag per capire di cosa tratta l’immagine e se è più o meno coerente con i contenuti del nostro sito, aiutando a indicizzarlo e posizionarlo nei risultati di ricerca.

Attributo tag alt immagini: la mia esperienza
Voglio parlarvi di un episodio che, nei panni di un normale utente che naviga sul Web, mi ha fatto rendere conto di quanto concretamente possa fare la differenza curare la SEO anche per le immagini.
Dovete sapere che, dopo tanti anni di inattività, da un po’ di tempo ho ripreso a giocare a calcio, e per questo avevo bisogno di un nuovo paio di scarpe. Non volendo spendere una fortuna ma nemmeno accontentarmi di un prodotto scadente, dopo visite deludenti in vari centri commerciali, ho tentato di trovare quello che cercavo su Internet.
Ricordavo che da adolescente avevo avuto delle scarpe della Umbro (buona marca anche se meno diffusa rispetto alle più quotate Nike e Adidas) davvero niente male, per cui ho tentato una ricerca sul loro sito aziendale.
I prezzi erano buoni e ho individuato subito un modello che mi piaceva, ma considerando il rischio di prendere il numero sbagliato e volendo evitare seccature con eventuali resi, ho cercato delle offerte ancora più vantaggiose. Digitando il modello di scarpa che volevo sono apparsi numerosi risultati, ma non ero ancora pienamente soddisfatto; mi stavo per rassegnare finché non mi è balenata l’idea di effettuare la stessa ricerca ma cliccando su “Immagini” una volta apparsi i risultati.
Ed eccole lì, delle splendide “Umbro Classico VII” della mia misura disponibili a metà prezzo in un e-Commerce di un piccolo negozio del Sud Italia: non ho indugiato oltre procedendo all’acquisto in pochi clic!

SEO e tag alt immagini: alcune considerazioni
Questo sito non era apparso nei risultati di ricerca tradizionali “testuali”, ma utilizzando la medesima keyword in una ricerca per immagini la situazione era totalmente cambiata, dato che la foto del loro prodotto in vendita era tra le prime ad apparire.
Questo mi ha fatto capire che, scegliendo il “giusto campo di battaglia”, anche gli attori più piccoli possono degnamente competere con i grandi player di mercato, sia che si tratti di e-Commerce come per qualsiasi altro settore online.
D’altronde già in tempi non sospetti (correva l’anno 2004) Chris Anderson scrisse il celebre articolo su Wired Magazine intitolato “The Long Tail“, un classico che spesso viene inserito nei materiali di studio di quasi tutti i corsi di Economia e che anche io lessi durante il mio percorso universitario.
Nell’articolo il giornalista statunitense spiega che sul Web si può trovare qualsiasi cosa: non solo prodotti e contenuti mainstream e di largo consumo, ma anche tantissime cose e argomenti di nicchia (la “lunga coda”, appunto), con altrettanti numerosissimi target (basti pensare al fatto che oltre il 60% della popolazione mondiale ha accesso a Internet) e mercati di riferimento; in questo caso si può dire che tale principio sia stato esteso anche a canali e modalità diverse attraverso cui farsi trovare sul Web.
Da questo scenario può nascere sì una maggiore competizione dovuta ad un crescente numero di concorrenti in un determinato settore, ma anche nuove opportunità in mercati e campi inesplorati o non ancora pienamente sfruttati!